INTER vs. Valencia CF


american

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ASB-Legende

Wird mMn sehr sehr schwierig für Inter im Mestalla. Valencia braucht kein Tor mehr zu erzielen, kann sich hinten reinstellen und auf Konter spielen, die Ausgangssituation ist optimal, so können Villa & Co. ihre Stärke optimal ausspielen.

Glaube das Inter nur eine Chance hat, wenn man ein frühes Tor erzielt und Valencia selbst was fürs Spiel machen muss.

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Postinho

Must du besser aufpassen :p

MMn nach war's in der Wiederholung klar ersichtlich wenn man davon ausgeht, dass kein Valencia Spieler irgendwo an der Torauslinie herumgegurkt ist.

Ich hab nur die Zusammenfassung mit dieser Seitenlinienkameraeinstellung (welch Kompositum :D!) gesehen, da hab ich irgendwie kein eindeutiges Abseits erkennen können :ratlos: , könnte aber durchaus eins gewesen sein. Das Spiel allgemein war Marke "Hittn, diest net mochst, kriagst!", bei den Chancen, wie vorher schon oftmals erwähnt, musst mindestens 3 Tore allein in HZ 1 machen. Gibts schon irgendwelche Infos zur Verletzung von Esteban?

Rückspiel im Mestalla wird zach, hoffe aber auf das Beste.

Abschließend: Maicon :love: .

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Rapidlaaa

Cambiasso hat angeblich eine Oberschenkelzerrung. Nix schlimmes also.

Ich steh einem Aufstieg Inters immer noch positiv gegenüber. Das Mestalla liegt Inter :D

Auswärts ist valencia aber auch sehr stark. Ich sehe die Chancen 50:50 - wird jedenfalls ein spannendes Spiel:

ich denke valencia ist auswärts stärker als zu hause, das haben sie ja schon öfters mal bewiesen in der CL.

Hier die Tore:

1-0 Cambiasso

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1-1 Villa :top

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2-1 Maicon

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2-2 Silva

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  • 2 weeks later...
Teamspieler

Das heutige Matrix Interview im Hinblick auf di CL:

Materazzi: "Serve un'Inter da derby"

Il difensore nerazzurro, che in Europa ha segnato un solo gol, ma contro il Valencia (Uefa 2002), suona la carica: "Abbiamo capito di poter vincere tutto. Ma ci vuola una squadra di assatanati"

Marco Materazzi durante l'allenamento di ieri. ApVALENCIA (Spagna), 6 marzo 2007 -

Prima della notte della verità, le verità di Marco Materazzi. Dove si parla di una voglia personale: “In Europa ho segnato solo una volta, al Valencia: lo prendo come augurio, ma quel gol lo feci a metà con Ventola e spesso non dico neanche che è mio, non lo sento mio. Mettiamola così: sarebbe ora di segnarne uno "vero", e questa mi pare un’ottima occasione”. Ma soprattutto si parla di un desiderio — di più, una feroce volontà — di squadra: non rinchiudersi già a marzo in un giardino bellissimo ma troppo stretto. Un giardino solo italiano.

Da Mancini — mezz'ora dopo il 2-2 dell’andata — in poi, il vostro è stato un coro di “passiamo noi”.

Perché ci credete così tanto?

“Perché siamo l’Inter, e adesso non è più solo una frase fatta, che abbiamo detto tante volte a vuoto: sono mesi che dimostriamo la personalità per andare a fare un’impresa in un campo così”.

Uno stadio così, appunto: come si gioca dentro un inferno?

“Non dico che è un vantaggio, però è bellissimo: prati così in Italia non ci sono e nell’Inter c’è gente che non ha i piedi così male, no? E poi un’atmosfera del genere ci manca, visto che ultimamente siamo abituati a giocare in stadi mezzi vuoti. E se ripenso che all’andata a San Siro c’erano 36.000 spettatori, e invece poteva essere quasi pieno, mi viene ancora il nervoso. Magari finiva in un altro modo”.

Cosa c’è da tenere buono di quella partita?

“L’Inter che si era vista dal 10’ al 45’: una delle più belle di questa stagione. E dico dal 10’ perché stavolta non dobbiamo aspettarli: ormai li conosciamo, non c’è più nulla da studiare”.

E l’errore da evitare, stavolta?

“Non concedergli punizioni dal limite o la possibilità di tirare da fuori: calciano bene. Il resto lo avevamo fatto come dovevamo”.

Cosa vi eravate detti nello spogliatoio, quella sera?

“Lì per lì mi sono trovato di fronte un po’ di facce scoraggiate, l’impotenza di chi non trova giusto un pareggio arrivato in quel modo, dopo aver dato una dimostrazione di forza. Ma già quella sera, in fondo, ho visto compagni convinti di poter fare risultato a Valencia. E adesso lo siamo ancora di più”.

E cosa dirà a quei compagni, subito prima di entrare al Mestalla?

“Non c’è bisogno di dire niente, hanno la stessa fame che ho io. Spero solo di vedere la stessa convinzione che abbiamo avuto fino ad oggi, quella di una squadra che non si nasconde e che quando ha vissuto un brutto momento — dopo la sconfitta con il Bayern e il pareggio di Cagliari — ha saputo tapparsi le orecchie e andare avanti per la sua strada. E spero anche di vedere, negli occhi che avrò vicini, il rifiuto dell’idea di rendere più amari questi ultimi tre mesi: perché uscire già adesso dalla Champions sarebbe un po’ come "sprecare" i 16 punti di vantaggio che abbiamo in campionato”.

E sarebbe anche un modo per dare un assist a chi aspetta al varco l’Inter: che vince in Italia, sì, ma uno scudetto a metà.

“Uno: non prendo in considerazione l’ipotesi di uscire già agli ottavi di Champions. Due: ne riparliamo a fine stagione, e vediamo quale fra le squadre italiane avrà vinto di più”.

Provocazione: quanto la smisurata voglia di vincere questo scudetto sul campo vi può aver distolto, o distogliere, dal pensiero che presto potreste dedicare tutte le vostre energie migliori solo alla Champions?

“Zero. Abbiamo capito da un po’ di poter puntare a tutto, quest’anno. E l’unico pensiero che abbiamo sono le sette finali (cinque di Champions e due di coppa Italia) che ci aspetterebbero, passando ai quarti. E a noi, è dimostrato, giocare le finali piace”.

E quanto, questa finale con il Valencia, ricorda quella persa l’anno scorso con il Villarreal?

“Solo per l’atmosfera e per il fatto che si gioca in Spagna: sono due squadre completamente diverse”.

Era per dire: in che modo può pesare quel ricordo?

“Non deve, perché se così fosse vivremmo un’altra volta di rimpianti, e abbiamo già dato: ci sono bastati quelli dell’anno scorso. E poi stavolta non c’è da difendere un risultato, ma da imporsi e da fare due gol. Dobbiamo pensare che ne servono due”.

Quanto è più facile, se Ibrahimovic è quello di Livorno?

“A Ibra ho detto una cosa sola: "Tu devi vincere il Pallone d’Oro e se vuoi vincerlo, sai già cosa devi fare". Vincere la Champions, ovviamente”.

In realtà, comunque, può bastare anche segnare un solo gol: sarebbe sufficiente non prenderne. O è preoccupato del fatto che nelle ultime quattro partite l’Inter ha sempre subìto almeno un gol, per un totale di sei?

“Se togliamo i due gol presi contro il Catania, quando la partita era già chiusa, gli altri quattro sono arrivati tutti da calci piazzati: su azione abbiamo sempre concesso pochissimo e questo dev’essere solo un motivo che ci spinga ad essere ancora più concentrati”.

Ma per l’Inter di oggi è più difficile fare un gol o non prenderne?

“Bella domanda. Noi abbiamo una consapevolezza: un gol prima o poi lo facciamo. Ma abbiamo anche imparato che se attacchiamo ma difendiamo anche tutti insieme, come nel derby fino al 3-0 o al 4-1, undici assatanati che si muovevano come un giocatore solo, possiamo fare qualunque cosa. Quella fu un’Inter praticamente perfetta: l’Inter che servirà al Mestalla”.

dal nostro inviatoAndrea Elefante

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Chi se ne frega!

Inter (bzw. Valencia) heute übrigens mit dieser Aufstellung:

INTER:

Julio Cesar

Maicon - Burdisso - Materazzi - Maxwell

Zanetti - Dacourt - Stankovic - Figo

Crespo - Ibrahimovic

VALENCIA:

Villa - Morientes

Silva - Marchena - Baraja - Angulo

Moretti - Albiol - Ayala - Miguel

Canizares

bearbeitet von MILANISTA

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if i were a robot, my arm would be an aeropress.

Stimmt, wusste ich gar net. Hat er sich im letzen Spiel also doch verletzt :(

Figo übrigens auf der bank, dafür spielt Dacourt :nervoes:

UNd was mich noch wundert: Maxwell hinten und dafür Burdisso im zentralen Mittelfeld--

bearbeitet von chili

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